Paolo Radi e Achille Perilli
La mostra è un’idea di viabilità dell’invisibile attraverso fonti percettive diverse.
Il rapporto tra i due artisti visivi non è scientifico né casuale. E’ una “invisione” di alcune loro opere inedite che si parlano a distanza senza guardarsi, senza influenzarsi, senza integrarsi.
Non è un confronto, né un accostamento.
E’ la possibilità di considerare vie di invisibile, modi di scontrarsi con un nodo creativo, un lato della complessa ricerca, uno spigolo del processo ideativo, di due artisti diversi per generazione, per cultura, per metodologia creativa.
Le opere parlano lingue distinte, ma trovano linguaggi paralleli al contesto: il rapporto con la materia, ruvida, di supporto per Perilli , luce e membrana, per Radi, quasi a trasfigurare la pittura in scultura e viceversa. (…)
Un volo nell’inesistenza di una visione specifica, una moltitudine di tentativi creativi di procedere all’esplorazione dell’invisibile, di spingersi al di là di geometrie o di materie mescolando il tutto in un grumo di dissonanze che si accordano nel dilatarsi verso situazioni impercettibili, verso dinamiche irrazionali.
Nadja Perilli (Dal testo critico della mostra: INVISIONI)
Nadja Perilli (Dal testo critico della mostra: INVISIONI)